In questa pagina voglio raccogliere le diverse storie che si trovano sul web, ma voglio dare spazio anche alle vostre storie, che potete lasciarmi commentando nel blog!
"Credo che dietro ad ogni aborto ci sia una storia di sofferenza che non puo' non lasciare il segno.
Chi ha abortito credendo di aver fatto la cosa giusta,avrà questo pensiero nel cuore per sempre....Ecco perchè vi prego di non farlo! Non abortite! Dopo sarà troppo tardi!
La donna crede che attraverso l'aborto possa manifestare la propria libertà di scegliere?Male, quando poi sarete voi a scegliere il momento giusto per avere un bambino, magari non lo sarà per Dio!...
...Chi aspetta un bimbo, non voluto, non si rende conto di quante mamme ,invece, stiano pregando affinchè ne arrivi UNO!
Quante Mamme aspettano anni di poter adottare un bambino!
Se voi porterete avanti la gravidanza potrete donare la Vita 2 volte:
- al vostro bambino
- ad una famiglia che aspetta di adottarlo!
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"Se vi riconoscete in queste testimonianze e volete essere cancellate da questo blog scrivetemi! Io le pubblico per aiutare chi si trova in una situazione difficile a riflettere!"
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"Se vi riconoscete in queste testimonianze e volete essere cancellate da questo blog scrivetemi! Io le pubblico per aiutare chi si trova in una situazione difficile a riflettere!"
...Prima ammazzo mio figlio poi
piango...
Sono rimasta incinta a 18 anni ed ho scoperto di esserlo il giorno 11 di novembre. A causa della mancanza di soldi io ed il mio ragazzo 23 enne abbiamo deciso di non far nascere il bambino. Il 5 dicembre alle ore 8.00 mi sono sottoposta all'intervento e mio figlio è morto. All'inizio non me ne rendevo conto e solo da poco provo tanto dolore! Se solo avessi saputo di poter arrivare a stare tanto male non avrei abortito. Mi sento morire e ogni giorno piango. Cerco di nasconderlo il piu possibile perche mi sento una stupida! Prima ammazzo mio figlio poi piango... sono senza cuore! Avrei potuto darlo in adozione! Sono 4 mesi che, in attesa, del ciclo spero vivamente di essere di nuovo incinta, per non commettere piu errori, ma non è ancora successo. Alessia. Italia.
Sono rimasta incinta a 18 anni ed ho scoperto di esserlo il giorno 11 di novembre. A causa della mancanza di soldi io ed il mio ragazzo 23 enne abbiamo deciso di non far nascere il bambino. Il 5 dicembre alle ore 8.00 mi sono sottoposta all'intervento e mio figlio è morto. All'inizio non me ne rendevo conto e solo da poco provo tanto dolore! Se solo avessi saputo di poter arrivare a stare tanto male non avrei abortito. Mi sento morire e ogni giorno piango. Cerco di nasconderlo il piu possibile perche mi sento una stupida! Prima ammazzo mio figlio poi piango... sono senza cuore! Avrei potuto darlo in adozione! Sono 4 mesi che, in attesa, del ciclo spero vivamente di essere di nuovo incinta, per non commettere piu errori, ma non è ancora successo. Alessia. Italia.
...Un figlio non ti blocca la
vita...
Io sono una ragazza di 17 anni e ho scoperto di essere rimasta incinta a 16. Per il mio ragazzo, la sua famiglia e la mia famiglia è stata una strage, tranne per mia madre e la mia sorella più grande (già mamma di 2 bimbi). Non riuscivo a prendere una decisione, perchè tutti mi dicevano di abortire, che ero giovane, che mi sarei rovinata la vita. Sono voluta rimanere sola per un po' di tempo, ho recitato dicendo di non voler tenere il bambino per fare stare zitte le persone, ma in realtà io amavo mio figlio già dal momento in cui ho visto la seconda linea del test di gravidanza!
Sono andata contro tutti e ora tutti adorano mio figlio. Sono sempre stata contro l'aborto e lo sarò sempre! Alla faccia delle persone che volevano farmi abortire.
Voglio diventare ostetrica e realizzare qualcosa di concreto per le ragazze giovani come me che mettono al mondo una vita, qualcosa di concreto anche contro l'aborto. Un figlio non ti blocca la vita, te la rende migliore, ti fa crescere!
Non buttate quelle creature innocenti che non vedono l'ora di uscire per stare abbracciati alla loro mamma! Silvia. Italia.
Io sono una ragazza di 17 anni e ho scoperto di essere rimasta incinta a 16. Per il mio ragazzo, la sua famiglia e la mia famiglia è stata una strage, tranne per mia madre e la mia sorella più grande (già mamma di 2 bimbi). Non riuscivo a prendere una decisione, perchè tutti mi dicevano di abortire, che ero giovane, che mi sarei rovinata la vita. Sono voluta rimanere sola per un po' di tempo, ho recitato dicendo di non voler tenere il bambino per fare stare zitte le persone, ma in realtà io amavo mio figlio già dal momento in cui ho visto la seconda linea del test di gravidanza!
Sono andata contro tutti e ora tutti adorano mio figlio. Sono sempre stata contro l'aborto e lo sarò sempre! Alla faccia delle persone che volevano farmi abortire.
Voglio diventare ostetrica e realizzare qualcosa di concreto per le ragazze giovani come me che mettono al mondo una vita, qualcosa di concreto anche contro l'aborto. Un figlio non ti blocca la vita, te la rende migliore, ti fa crescere!
Non buttate quelle creature innocenti che non vedono l'ora di uscire per stare abbracciati alla loro mamma! Silvia. Italia.
...Loro soffrono!...
Sono una ragazza di 19 anni...Il 29 agosto scoprii con l'analisi del sangue di essere incinta da 5 settimane!, Il mio pensiero era quello di abortire, i miei pensieri erano quelli che dovevo rinunciare a tante cose...Quello che avrebbero fatto le mie amiche a 19 anni io non potevo più farlo: volevo ancora divertirmi, senza pensieri, come una ragazza di 19 anni - per questi motivi io volevo abortire!!! Gli raccontai tutto a mia madre, e mi è stata molto vicino, non mi ha voluto influenzare, mi disse: qualsiasi scelta prenderai, io ti starò vicini. Preso l'appuntamento per abortire, il 23 settembre!, prima dell'intervento feci qualche ricerca su internet su l'aborto... Ho visto certe immaggini che mi hanno toccato il cuore: bambini sfracellati con la testa spezzata, con le gambe spezzate... e sono andata a vedere un'aborto in diretta: vidi questo bambino nell'embrione della madre, dove lui pensa di essere al sicuro. Sta lì che si mette un dito in bocca, si muove, mentre entra questo tubicino che lo vuole aspirare. Loro soffrono! Ho visto questo bambino che ha cominciato ad agitarsi perché ha capito che qualcosa non andava, e quando questo tubo ha preso il suo corpo quel bambino, con quel corpicino così piccolo, ha spalancato la bocca come se volesse strillare! Ho accarezzato la mia pancia e ho chiesto scusa al mio piccolo se ho pensato di fare una cosa così orribile! Il 23 settembre non mi sono presentata all'intervento!!! Ho deciso di tenerlo... Le mie paure erano cose futili, ho ragionato come se fossi piccola, ma qui quello piccolo è lui, e a questi bambini gli dobbiamo dare una possibilità nel venire al mondo, come i nostri genitori ce l'hanno data a noi! Come puoi fare una cosa del genere a tuo figlio lui che è l'unica persona che ti amerà più di tutti? Lui sarà l'unico amore sincero. Mi dispiace solo un secondo di aver pensato di abortire per delle cose futili! Io ho un cuore che batte dentro di me ed è il cuore di mio figlio, e non puoi buttarlo via come se niente fosse, è sangue del tuo sangue è un innocente! Azzurra. Italia.
****************************************************************************Sono una ragazza di 19 anni...Il 29 agosto scoprii con l'analisi del sangue di essere incinta da 5 settimane!, Il mio pensiero era quello di abortire, i miei pensieri erano quelli che dovevo rinunciare a tante cose...Quello che avrebbero fatto le mie amiche a 19 anni io non potevo più farlo: volevo ancora divertirmi, senza pensieri, come una ragazza di 19 anni - per questi motivi io volevo abortire!!! Gli raccontai tutto a mia madre, e mi è stata molto vicino, non mi ha voluto influenzare, mi disse: qualsiasi scelta prenderai, io ti starò vicini. Preso l'appuntamento per abortire, il 23 settembre!, prima dell'intervento feci qualche ricerca su internet su l'aborto... Ho visto certe immaggini che mi hanno toccato il cuore: bambini sfracellati con la testa spezzata, con le gambe spezzate... e sono andata a vedere un'aborto in diretta: vidi questo bambino nell'embrione della madre, dove lui pensa di essere al sicuro. Sta lì che si mette un dito in bocca, si muove, mentre entra questo tubicino che lo vuole aspirare. Loro soffrono! Ho visto questo bambino che ha cominciato ad agitarsi perché ha capito che qualcosa non andava, e quando questo tubo ha preso il suo corpo quel bambino, con quel corpicino così piccolo, ha spalancato la bocca come se volesse strillare! Ho accarezzato la mia pancia e ho chiesto scusa al mio piccolo se ho pensato di fare una cosa così orribile! Il 23 settembre non mi sono presentata all'intervento!!! Ho deciso di tenerlo... Le mie paure erano cose futili, ho ragionato come se fossi piccola, ma qui quello piccolo è lui, e a questi bambini gli dobbiamo dare una possibilità nel venire al mondo, come i nostri genitori ce l'hanno data a noi! Come puoi fare una cosa del genere a tuo figlio lui che è l'unica persona che ti amerà più di tutti? Lui sarà l'unico amore sincero. Mi dispiace solo un secondo di aver pensato di abortire per delle cose futili! Io ho un cuore che batte dentro di me ed è il cuore di mio figlio, e non puoi buttarlo via come se niente fosse, è sangue del tuo sangue è un innocente! Azzurra. Italia.
La Fede Ritrovata!
Una donna
profondamente ferita va a trovare Marija [Marija Pavlovic è una delle veggenti
di Medjugorje] e le dice: "Vengo da te perchè non ho il coraggio di andare
da un prete e non oso confessarmi. Ho
abortito otto volte e ho paura che il prete si
arrabbi con me e mi cacci dal confessionale. Ma penso che tu possa fare
qualcosa, puoi chiedere alla Santa Vergine di aiutarmi. Non riesco più a
dormire, sono depressa, ho tanti disturbi e soffro terribilmente. Tu capisci,
mio marito era talmente contrario alla vita. Avevamo molti mezzi. Ma ora non
posso più avere figli. Puoi confidare tutto questo alla Madonna?". Marija
si è sempre mostrata attiva nel fare amare e proteggere la vita [...]. Ascolta
quella donna con amore e la sera stessa la affida alla Vergine. Allora la
Madonna ci ha sconvolto ancora una volta con la straordinaria speranza che sa
infondere in noi suoi figli, soprattutto quando tutto sembra umanamente
impossibile. Rispose a Marija: "Ora sarà lei a portare la vita per aiutare
gli altri". La donna si riconciliò con Dio, si confessò e il suo cuore
venne così trasformato che oggi testimonia con forza la guarigione di tutta se
stessa, ottenuta per la misericordia di Dio. Ora prova una gran gioia di vivere
e fa un grande bene; con la sua testimonianza ha già incoraggiato molte madri a
tenere il bambino che aspettavano. È in questo modo che Maria desidera agire in
ognuno di noi. Dalle nostre ferite di morte vuole fare delle fonti di vita! Se
solo noi offriremo a Gesù tutto il male che ci si è accumulato dentro, Lui ci
guarirà attraverso le Sue piaghe, eternamente gloriose.
(R. Laurentin, "Il segno dell'amore di Dio", Edizioni Segno, 1997 pp.149-150 ripreso in "Genocidio Censurato" pg.173 di Antonio Socci)
(R. Laurentin, "Il segno dell'amore di Dio", Edizioni Segno, 1997 pp.149-150 ripreso in "Genocidio Censurato" pg.173 di Antonio Socci)
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IL MONUMENTO DEL BAMBINO NON NATO
di Martin HudáčekIl monumento non solo esprime il rammarico e il pentimento delle madri che hanno abortito, ma anche il perdono e l’amore del bambino non nato verso sua madre. L’idea di realizzare un monumento ai bambini non nati è stata di un gruppo di giovani donne (Movimento di Preghiera delle Mamme), madri che sono consapevoli del valore di ogni vita umana e dei danni che si infliggono, non solo nella perdita irreparabile dei bimbi non nati, ma per il declino permanente della salute mentale (e a volte fisica) di ogni donna che decide, spinta da diverse situazioni, ad abortire suo figlio.
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Valentina,
13 anni, è poco più di una bambina. Eppure non voleva separarsi da chi sentiva
crescere dentro di sé. Ha pianto, ha urlato, ha insultato, ma alla fine ha
vinto la legge ed è stata costretta ad abortire. Lei allora ha ricominciato
a piangere, a strepitare. «Me l’avete fatto ammazzare e adesso m’ammazzo
io, m’ammazzo» ha detto ai genitori. Non stava scherzando, il dolore e
la disperazione sono esplosi ad un livello tale da richiedere un ricovero
d’urgenza al reparto psichiatrico del Regina Margherita.
È l’ospedale dei bambini di Torino, dove Valentina – un corpo di donna cresciuto troppo in fretta – da una settimana è spaesata e confusa. Le hanno vietato di incontrare il suo ragazzo, uno studente di 15 anni, perché cercano di proteggerla dalle emozioni forti ma anche dal desiderio di scappare. «Io qui non ci voglio stare – continua a ripetere – non sono pazza, sto solo male come un cane per quello che i miei genitori e i giudici mi hanno obbligato a fare». Sulle sue condizioni psichiche vigilano i medici, ha iniziato una psicoterapia per imparare a ritrovare se stessa. Mentre sua madre adesso si tormenta per aver violato il desiderio della figlia. Un desiderio sicuramente in controtendenza con quanto solitamente accade in circostanze analoghe, perché è difficile incontrare una tredicenne che voglia diventare mamma. Ad opporsi all’aborto, sono spesso quei genitori cattolici che convincono la figlia a partorire un bimbo dacedere in adozione.
Stavolta non è andata così. Valentina voleva quel bambino, lo voleva a tutti i costi. Ma a una minorenne non è concesso di scegliere: il consenso all’aborto spetta alla famiglia. Il giudice tutelare del Tribunale dei minori, contattato dal consultorio o dai servizi territoriali, interpella la minore per valutare qual è la soluzione che meglio la protegge. Esistono però ragioni del cuore e dell’anima difficili da sondare, soprattutto quando si è così giovani. E quando, come in questo caso, anche la famiglia dimostra difficoltà a gestire una situazione così complessa e delicata. I genitori di Valentina hanno meno di 40 anni, sono operai e non hanno altri figli. Quando hanno scoperto la gravidanza non hanno avuto esitazioni. «Sei troppo piccola, non puoi rovinarti la vita così». Valentina ha cercato di ribellarsi, ha spiegato e rispiegato che nonostante i suoi 13 anni, voleva andare avanti. «Non posso buttare questo bambino – ha implorato – cercate di capirmi». Nessuno le ha dato retta. I motivi sono facilmente intuibili, prima fra tutti la difficoltà per una ragazzina di 13 anni e un ragazzo di 15 di diventare genitori. Valentina frequenta la terza media, ha voglia di divertirsi, di andare a spasso con gli amici, al cinema, in discoteca. Anche ora che è in ospedale rimpiange i pomeriggi e le serate con il suo ragazzo quindicenne.
Si può, a quest’età, mettere al mondo un figlio? Valentina era (e forse lo è ancora) convinta di sì. Dopo l’interruzione di gravidanza, all’ospedale Sant’Anna, l’inevitabile il crollo. Crisi isteriche, minacce di suicidio, dolore alle stelle. Gli psichiatri dell’Asl non hanno perso neppure un attimo e hanno disposto il ricovero d’urgenza nel reparto psichiatrico dell’ospedale Regina Margherita. La ragazzina vi è arrivata in ambulanza, a sirene spiegate, una settimana fa. E il suo futuro? Il primario di neuropsichiatria infantile, Roberto Rigardetto, è preoccupato.
«Valentina ha chiaramente subìto una violazione terribile – osserva – perché l’aggressione che ti condanna all’aborto è la stessa di quella che vieta di farlo. Si tratta sempre di una limitazione della libertà personale. Si è vero ha solo 13 anni, ma gli adolescenti di oggi sono diversi da quelli di 20 anni fa. Sarebbe stato meglio che non rimanesse incinta, è ovvio, ma non si dovevano trascurare le sue intenzioni come invece è accaduto». Secondo il professor Rigardetto, inoltre, è impropria anche la permanenza in ospedale. «Valentina non è una malata psichica, la sua patologia è il dolore subìto. Starebbe meglio, prima di tornare a casa, in una comunità alloggio». Sempre che ci voglia andare.
È l’ospedale dei bambini di Torino, dove Valentina – un corpo di donna cresciuto troppo in fretta – da una settimana è spaesata e confusa. Le hanno vietato di incontrare il suo ragazzo, uno studente di 15 anni, perché cercano di proteggerla dalle emozioni forti ma anche dal desiderio di scappare. «Io qui non ci voglio stare – continua a ripetere – non sono pazza, sto solo male come un cane per quello che i miei genitori e i giudici mi hanno obbligato a fare». Sulle sue condizioni psichiche vigilano i medici, ha iniziato una psicoterapia per imparare a ritrovare se stessa. Mentre sua madre adesso si tormenta per aver violato il desiderio della figlia. Un desiderio sicuramente in controtendenza con quanto solitamente accade in circostanze analoghe, perché è difficile incontrare una tredicenne che voglia diventare mamma. Ad opporsi all’aborto, sono spesso quei genitori cattolici che convincono la figlia a partorire un bimbo dacedere in adozione.
Stavolta non è andata così. Valentina voleva quel bambino, lo voleva a tutti i costi. Ma a una minorenne non è concesso di scegliere: il consenso all’aborto spetta alla famiglia. Il giudice tutelare del Tribunale dei minori, contattato dal consultorio o dai servizi territoriali, interpella la minore per valutare qual è la soluzione che meglio la protegge. Esistono però ragioni del cuore e dell’anima difficili da sondare, soprattutto quando si è così giovani. E quando, come in questo caso, anche la famiglia dimostra difficoltà a gestire una situazione così complessa e delicata. I genitori di Valentina hanno meno di 40 anni, sono operai e non hanno altri figli. Quando hanno scoperto la gravidanza non hanno avuto esitazioni. «Sei troppo piccola, non puoi rovinarti la vita così». Valentina ha cercato di ribellarsi, ha spiegato e rispiegato che nonostante i suoi 13 anni, voleva andare avanti. «Non posso buttare questo bambino – ha implorato – cercate di capirmi». Nessuno le ha dato retta. I motivi sono facilmente intuibili, prima fra tutti la difficoltà per una ragazzina di 13 anni e un ragazzo di 15 di diventare genitori. Valentina frequenta la terza media, ha voglia di divertirsi, di andare a spasso con gli amici, al cinema, in discoteca. Anche ora che è in ospedale rimpiange i pomeriggi e le serate con il suo ragazzo quindicenne.
Si può, a quest’età, mettere al mondo un figlio? Valentina era (e forse lo è ancora) convinta di sì. Dopo l’interruzione di gravidanza, all’ospedale Sant’Anna, l’inevitabile il crollo. Crisi isteriche, minacce di suicidio, dolore alle stelle. Gli psichiatri dell’Asl non hanno perso neppure un attimo e hanno disposto il ricovero d’urgenza nel reparto psichiatrico dell’ospedale Regina Margherita. La ragazzina vi è arrivata in ambulanza, a sirene spiegate, una settimana fa. E il suo futuro? Il primario di neuropsichiatria infantile, Roberto Rigardetto, è preoccupato.
«Valentina ha chiaramente subìto una violazione terribile – osserva – perché l’aggressione che ti condanna all’aborto è la stessa di quella che vieta di farlo. Si tratta sempre di una limitazione della libertà personale. Si è vero ha solo 13 anni, ma gli adolescenti di oggi sono diversi da quelli di 20 anni fa. Sarebbe stato meglio che non rimanesse incinta, è ovvio, ma non si dovevano trascurare le sue intenzioni come invece è accaduto». Secondo il professor Rigardetto, inoltre, è impropria anche la permanenza in ospedale. «Valentina non è una malata psichica, la sua patologia è il dolore subìto. Starebbe meglio, prima di tornare a casa, in una comunità alloggio». Sempre che ci voglia andare.
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RispondiEliminaVi prego non abortite. Vi pentirete per sempre. Chi vi dice di farlo non vi dice la verità di com'è : starete moralmente malissimo dopo..La vostra vita diventerà un continuo rimpianto per quel bambino..è un dolore terribile.lo sarà anche se ci arrivate convinte a farlo.dopo un po'di tempo quel bambino vi mancherà per sempre. Credetemi è terribile. Non fatelo.io l ho fatto a 21 anni . Ho avuto altri figli ma non serve a lenire quel dolore.non fatelo ..
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